Dar il-Hanin Samaritan, Santa Venera, Malta

 

pubblicato ne l'Arca International n. 130

 

Dar il-Hanin Samaritan, Santa Venera, Malta, progetto: Richard England

 

 

Interior design of Conference Hall: Architect Dorianne Cachia; Landscaping: Zammit Nurseries; Lighting: Light & Design Solutions; Master mason: Lolly Vella assisted by Joseph Zammit; Plastering & Painting: Anthony & Emmanuel Borg; Aluminium Works: Frame Grip; Other Contractors: Ballut Blocks & Central Precast; Client: Society of Christian Doctrine, Malta (M.U.S.E.U.M.)

 

 

Richard England, noto progettista maltese, ha ricevuto l’incarico da Museum, Società della Dottrina Cristiana, di progettare un paesaggio verde su cui si affaccia la residenza dei pensionati della società stessa. Il mandato diviene un’occasione ideale per mettere in pratica l’idea dell’hortus conclusus, ovvero del giardino recintato, nato nel Medioevo per abazie e conventi, tipico della cultura del Mediterraneo.

 

 

Su un appezzamento di terreno donato alla Società nella contrada di Santa Venera, nei primi anni Ottanta England realizza il pensionato e oggi il suggestivo giardino. Concepito come uno spazio ove poter compiere esperienze a più livelli, mostra come idea fondante quella dei portici, ispirati ai numerosi dipinti dedicati alle Piazze d’Italia di Giorgio De Chirico. In quelle tele trasmettono una sensazione di malinconia e il rimpianto per un’epoca sedimentata unicamente nel ricordo.

 

 

Qui, al contrario, il bianco dei porticati si trasforma in colori vivaci giustapposti all’intenso azzurro cielo del Mediterraneo che vogliono comunicare al visitatore, anche attraverso il gioco delle forme pure, la gioia di vivere. L’intera composizione mostra un asse centrale contraddetto però dalla notevole fluidità dell’insieme, dal momento che le forme sembrano adagiate al suolo in modo quasi  informale. Dalla duplice combinazione di spazi chiusi che comprende la sala principale della congregazione e la hall si scende al livello inferiore nella zona giardino. Qui l’architetto combina una serie di spazi che sono a cielo aperto, di transizione, e spazi chiusi più intimi.

 

 

Soglie che segnano il passaggio appaiono ben definite e servono a mediare tra gli spazi destinati a passeggiate informali e la ricreazione e quelli destinati per la meditazione e la contemplazione privata. Quest’ultima, in forte contrasto con le forme scultoree e dai colori vivaci dell’ambiente esterno, si trova in uno spazio chiuso, delimitato da pareti bianche, tranne quella anteriore che indossa un cielo blu elettrico. 

 

 

Ovviamente come nel giardino mediterraneo l’acqua è presente in diversi modi e rappresenta un balsamo naturale soprattutto nella stagione estiva. Giunge a delimitare la cappella per la meditazione all’altra estremità del complesso. Il pavimento è delimitato nel suo perimetro da acqua che scorre su ciottoli di marmo bianco.  

 

 

Evoca la sensazione di poggiare i piedi su una passerella fisicamente staccata dall’ambiente circostante, un mitico passaggio verso l’introspezione e la contemplazione trascendentale. Mario Pisani