Sharaan Hotel, Al-Ula Desert, Arabie Saoudite

 

pubblicato ne l'Arca International n. 158

 

Sharaan Hotel, Al-Ula Desert, Arabie Saoudite, progetto: Jean Nouvel

 

 

Sembrano passati anni luce da quella sera in cui con Alain Sarfatti, Patrice Goulet, Helmut Swiczinsky della Coop Himmelb(l)au ebbi modo di conoscere Jean Nouvel, all’inaugurazione dell’IMA. L’Istituto per il Mondo Arabo, per le sue capacità di avvertire la luce, per l’eleganza della corte interna a caravan serraglio, per l’attenzione al luogo e al rapporto con la Senna e quel raggio laser che parte dal pinnacolo di Notre Dame, ha rappresentato una profonda novità nello scenario del tempo.

 

 

Oggi si notano i richiami alla scenografia barocca, ogni salvezza è possibile solo all’interno della chiesa. All’uso teatrale della luce. All’attualizzazione della storia del territorio e dei suoi popoli: i Nabatei. A quella dell’architettura e del suo riuso. Il progetto però ci dona anche un’altra cosa. Ci parla con voce suadente, in tempi tragici e sconvolgenti, certamente più duri dei Temps Sauvage et Incertain, intravisti da Goulet nel 1989, di un possibile nuovo modo di abitare sulla terra.

 

 

E lo fa con un progetto intessuto di poesia. Infatti fissa le sue coordinate nella volontà di integrarsi con la natura straordinaria di Al-Ula, un sito che si caratterizza per la ricchezza della flora e della fauna selvatica. Qui, con sensibilità e delicatezza viene insediato un resort, certo non per la classe media, ispirato alla straordinaria bellezza del deserto e delle sue ineguagliabili atmosfere. Per comprendere pienamente le immagini messe a punto per la presentazione del progetto vale la pena fornire alcune notizie su Al-Ula.

 

 

Si trova a 1.100 km da Riyadh, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita. L’area si estende per 22,561 km² e comprende numerose oasi e valli dove spiccano montagne di arenaria e antichi siti del tempo dei Nabatei. Hagra è quello più noto e riconosciuto. Sito UNESCO e il primo in Arabia Saudita custodisce più di 100 tombe ben conservate, con elaborate facciate intagliate nell’arenaria e affioramenti di mura di un insediamento urbano che le attuali ricerche suggeriscono si tratti di un avamposto dell’impero romano, dopo la vittoria sui Nabatei.

 

 

Nouvel sottolinea l’importanza di preservare un paesaggio unico dichiarando: “Siamo certamente in una delle culle dell’umanità. Siamo nel deserto...e il deserto significa sempre mistero, eternità. AlUla è un museo all’aperto. Ciò che più mi ha colpito – oltre all’aspetto archeologico – è il lavoro del vento, del vento sulle formazioni rocciose.  Quando passeggi, sei sbalordito. Non mai visto prima nulla di così preciso. 

 

 

E per me, queste particolari formazioni rocciose e questi paesaggi, sono attualmente opere d’arte naturali.  Costruire qui è una vera responsabilità. La particolarità di Sharaan è che si tratta di un paesaggio vergine.  Quando ti arrampichi un po’ scopri, attraverso l’altezza, che si hanno letture sul cielo e delle linee dell’orizzonte molto diverse. Il mio progetto si occupa di questo e parte da questo. 

 

 

La mia filosofia è sempre lavorare con ciò che c’è in loco. Quando sei un contestualista, come lo sono io, questo è il punto di partenza. La ricchezza di ‘tutto ciò che c’è’ è fatta effettivamente di massa rocciosa, di questa inerzia e dell’acqua sottostante”.  Cos’altro possiamo aggiungere? Mario Pisani