UN'OASI MODERNA AD AMMAN, PROGETTO: SAJA NASHASHIBI

di Mario Pisani
Arrivando ad Amman, si rimane
immediatamente colpiti dall'evoluzione dello skyline della città, un dialogo
eclettico tra tradizione e modernità. Un tempo mosaico di antichi insediamenti,
la capitale rivela oggi un ritmo scandito da case contemporanee in mattoni a
due piani, imponenti torri residenziali e icone internazionali del design. Il
grattacielo di Sir Norman Foster svetta all'orizzonte, mentre i progetti di
Zaha Hadid, Mario Botta e Architecture Studio sono pronti a ridefinire
l'identità urbana della città. In quest'atmosfera di rinascita, dove l'ospedale
più importante della Giordania il King Hussein Cancer Center e la sede della
compagnia aerea nazionale si ergono a testimonianza di raffinata eleganza, una
nuova generazione di architetti sta lasciando il segno.

Tra loro Saja Nashashibi, una voce emergente dell'architettura giordana. Formatasi in Giordania alla The University of Jordan e in Germania, con uno stage in Italia, dove ha affinato la sua arte con Paolo Portoghesi, dopo aver brevemente studiato con il compianto Jafar Toukan, Nashashibi ha realizzato una serie di opere distintive. Al centro di queste si trova la sua affermazione più personale: The Grey House

Una geometria introversa a Dabouq
Immersa nell'esclusivo quartiere di Dabouq, The Grey House è una residenza privata di 770 m². Situata su un terreno quadrato e incorniciata su tutti i lati dalle ville vicine, la sua presenza è al tempo stesso discreta e decisa. Accessibile tramite una stretta strada larga 3 metri, la casa abbraccia la sua riservatezza, volgendosi verso l'interno con un'audace geometria a U che incornicia un intimo cortile.

Questo spazio centrale si estende verso il giardino posteriore; un rifugio lussureggiante animato da una piscina di 10 metri, un salotto all'aperto, una zona barbecue e un'area giochi per bambini. Le finestre a tutta altezza dissolvono la barriera tra interno ed esterno, creando un ambiente abitativo in cui luce e paesaggio si fondono, sfumando il confine tra spazio chiuso e spazio aperto.

La firma grigia
Fedele al suo nome, la casa è rivestita da una palette di cemento grezzo a vista e texture in pietra ad alta risoluzione, la cui superficie monocromatica è contrapposta ad ampi pannelli scorrevoli in vetro. Questo contrasto genera un effetto teatrale silenzioso: la solidità della massa contro la trasparenza dell'aria e del verde. Le immagini architettoniche sono sobrie, ma il loro realismo impeccabile cattura l'attenzione.

All'interno, l'ordine spaziale riflette un delicato equilibrio tra apertura e privacy. Il piano terra si sviluppa come un palcoscenico accogliente: una zona giorno e pranzo open space che si estende verso il giardino. Al piano superiore, gli spazi privati si sviluppano attorno a un soggiorno più intimo, con le camere da letto orientate verso il cortile, offrendo al contempo riservatezza e connessione.

Un linguaggio di onestà e precisione
Ciò che distingue The Grey House non è solo la sua geometria, ma anche la chiarezza del suo linguaggio architettonico. Nashashibi utilizza materiali nella loro forma più pura, celebra il gioco di luce attraverso lucernari e aperture, e raggiunge una sorprendente armonia tra la sensibilità culturale giordana e un linguaggio spiccatamente contemporaneo. Nella storia architettonica in corso di Amman, The Grey House non è un gesto vistoso, ma una punteggiatura ponderata; un'espressione di precisione, onestà materiale ed eleganza moderna. Si erge a testimonianza di una nuova generazione di architettura giordana: radicata nel territorio, ma protesa verso l'esterno con sicurezza. Mario Pisani

