Durst New HQ, Bressanone (BZ), Italia

 

pubblicato ne l'Arca International 153

 

Durst New HQ, Bressanone (BZ), Italia, Monovolume architecture+design

 

 

Client: Durst Phototechnik; Project: monovolume architecture+design (Patrik Pedò and. Juri Pobitzer); Façades Project: Hans Landmann; Project Management: Pohl+Partner; Façades System : Schüco;  Frameworks: Frener & Reifer S.r.l.; Photos : Daniele Domenicali

 

 

L’idea guida di questo edificio, destinato ad ospitare il quartiere generale di Durst Phototechnik (azienda altoatesina leader mondiale dei sistemi di stampa ad alte prestazioni), è la messa in scena di se stesso in quanto ampliamento. Nel senso che si sovrappone a quello esistente e così facendo funge da elemento di richiamo e di attrazione visiva. Da qui la scelta inconsueta, dal punto di vista formale, di un inserimento dal carattere apparentemente morbido e elastico che si sovrappone agli altri corpi di fabbrica più squadrati e razionali.

 

 

Da un lato l’ampliamento si sviluppa come una torre. Dall’altro opera una inversione tra  opaco e trasparente. Le vetrate infatti sono poste in alto, nel tetto, mentre la facciata è composta da elementi in calcestruzzo leggero che sovrastano un piano terreno che, concettualmente, appartiene ancora all’edificio preesistente.

 

 

La facciata in calcestruzzo, a sua volta, è bucherellata da finestre quadrate di varie dimensioni. Servono a garantire l’illuminazione agli ambienti interni, e, allo stesso tempo, a suggerire all’osservatore una griglia ideale, appunto di matrice quadrata, che scandisce la parete.

 

 

Poiché, nel punto in cui si proietta verso lato, questi quadrati si deformano come se fossero soggetti a una forza, la sensazione è di trovarsi di fronte a un edificio dinamico e in una certa misura elastico, che desidera raggiungere il cielo.

 

 

A sottolineare che è proprio il cielo il principale elemento di riferimento del progetto, sono le vetrate del tetto. Hanno all’esterno la funzione di smaterializzale e, all’interno, di garantire a coloro che vi operano un orizzonte inaspettato.

 

 

L’ uso inconsueto di parti chiuse in verticale e altre trasparenti in orizzontale viene esaltato la sera con l’illuminazione artificiale. Al gioco di luci contribuiscono le stesse finestre quadrate che sono al loro interno illuminate da led.

 

 

Ben studiati sono gli spazi interni. È abolita l’idea della sequenza di stanze servite da un corridoio per un’articolazione fatta di spazi fluidi e interconnessi.

 

 

A rendere piacevole la promenade achitecturale è la scelta di isole funzionali tecnologicamente avanzate ma, insieme, semplici e colorate. Luigi Prestinenza Puglisi