L'Arca International N° 126

Settembre / Ottobre 2015

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E il merito?

 

È un momento abbastanza unico quello che la cultura italiana sta vivendo e subendo a Milano e a Venezia. A Milano sei mesi di Expo Universale con la partecipazione di 145 Paesi, a Venezia sempre per sei mesi è in corso la 56. Biennale Internazionale d’Arte curata da Okwui Enwezor, critico d’arte, giornalista e scrittore e infine, in questo mese, Alejandro Aravena, architetto e scrittore cileno,
è stato nominato curatore della 15. Mostra Internazionale di Architettura 2016 di Venezia.


 

Tre eventi internazionali di enorme significato
e importanza sia per l’immagine italiana, Paese ospitante, organizzatore e finanziatore con risorse pubbliche, sia per il posizionamento culturale nel contesto attuale europeo. Posizione di grande vanto degli organizzatori e orgoglio nazionale; infatti i
due eventi in essere stanno richiamando visitatori
da tutto il mondo valutati in almeno venti milioni di persone.


 

Non voglio dare giudizi sui contenuti e sulle
qualità raggiunte dalle due manifestazioni di 
Milano e di Venezia, visto che la rivista proprio in questo numero li sta documentando e analizzando criticamente con grande precisione e cura, ma
voglio cogliere l’occasione per alcune riflessioni
su come sono determinate le scelte delle persone a cui vengono affidate le direzioni artistiche e tutte le scelte di contenuti e qualità.


 

Nonostante siano tutti eventi realizzati con pubblico denaro, le nomine importanti dei commissari e
dei direttori artistici continuano ad avvenire per chiamata diretta, prescindendo da una trasparente selezione per merito di candidati che presentino
loro progetti altamente qualitativi e originali e che prescindano da inclinazioni commerciali e da lobby culturali ben conosciute.


 

Una selezione di grandi professionisti, anche italiani, dato che da un po’ di anni Venezia predilige sempre stranieri, che possano confrontarsi presentando idee decisamente innovative e che sappiano esprimere e comunicare al pubblico internazionale le evoluzioni, le ricerche innovative e lo stato reale delle discipline rappresentate con grande chiarezza e disponibilità
al confronto. Soprattutto l’Expo è anche l’occasione per fare emergere i nuovi talenti nell’architettura e nella comunicazione.

 


L’Italia si è appena dotata di una nuova legge sulla “buona scuola” che dovrebbe introdurre per la
prima volta il concetto di gerarchia dei docenti per meriti; concetto semplice e universalmente noto che dovrebbe essere sempre riconosciuto anche nelle burocrazie culturali pubbliche.

 


Il Presidente della Biennale, Paolo Baratta, così
si esprime a proposito della prossima Biennale
di Architettura: una Biennale che intenda ancora
una volta reagire allo scollamento tra architettura
e società civile, che nel corso degli ultimi decenni
ha portato da un lato alla spettacolarizzazione dell’architettura e dall’altro alla rinuncia della stessa. Ebbene, noi siamo felici quando l’architettura diventa di tal pregio da essere definita spettacolare
e siamo convinti che la buona architettura attualmente venga continuamente trascurata non per responsabilità dei cittadini ma per la demeritocrazia che pervade molte nomine delle dirigenze culturali pubbliche.


 

Nelle posizioni decisionali in ambiti internazionali creativi e culturali la mediocrità del politically correct, come scrisse Oriana Fallaci, sostituisce sempre la qualità con la quantità.

 

Cesare Maria Casati