L'Arca International N° 108

Settembre / Ottobre 2012

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Sfatare l'impossibile

 

Dal mese di maggio abbiamo iniziato a presentare su ogni numero della rivista un progetto o una proposta di come pensare la realizzazione di un nuovo concetto di città, di come rinnovare una parte di struttura urbana per adeguarla alle mutate necessità del prossimo futuro.

 

Questa nostra iniziativa non vuole essere una ulteriore esibizione di idee più o meno utopiche o fantasiose, ma piuttosto una provocazione per aprire seriamente un dibattito internazionale sul superamento, ormai evidente, di tutte le esperienze e i parametri urbanistici che ancora oggi informano in tutto il mondo la nascita e lo sviluppo degli insediamenti urbani; col pessimo risultato che è visibile agli occhi di tutti.

 

Ormai in tutti i continenti del pianeta, le città e le metropoli sono totalmente simili come distribuzione di servizi e infrastrutture e tutte standardizzate sull'unica esperienza ormai planetaria delle metropoli occidentali; compresi i pochi pregi funzionali solo sino all'introduzione di trasporti meccanici individuali su quattro ruote e gli immensi difetti dovuti proprio all'incremento sconsiderato dei trasporti che, nati su tracciati storici non pensati per loro, stanno modificando completamente lo spazio vitale che dovrebbe essere sempre garantito alle attività umane.

 

Credo che sia giunto il momento, almeno per chi professa attività progettuali e urbanistiche, di voltare pagina e iniziare a immaginare diverse possibilità per aggregare almeno decine di migliaia di persone in organismi unici progettati per soddisfare le esigenze di vita e di lavoro. Non credo si possa, anche per i prossimi decenni e secoli, continuare a inquinare e devastare l'ambiente asfaltando tutti gli spazi liberi tra edificio e edificio solo per rendere agevole il transito di mezzi individuali su ruote.

 

I grandi organismi verticali già dimostrano, in diverse parti del mondo, la possibilità di movimenti collettivi e individuali funzionali ai collegamenti degli abitanti per svolgere attività diverse.

 

Lo stesso concetto si può tranquillamente sviluppare orientandolo in orizzontale. Le nostre pagine, come sempre, sono e saranno aperte a ogni proposta, anche fantasiosa o poetica. Importante è che si inizi a sfatare il sentimento planetario che nulla sia realmente possibile poiché modificare i sistemi di movimento cittadini potrebbe portare seri problemi industriali ed economici e di conseguenza politici.

 

Io resterò sempre convinto che il problema sia risolvibile facendo costruire proprio alle industrie che saranno coinvolte abitazioni e di conseguenza le nuove città.

 

Cesare Maria Casati