L'Arca International N° 120

Settembre / Ottobre 2014

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Un idea

 

Ormai mancano pochi mesi all’apertura di Expo Milano 2015, evento internazionale sicuramente importante che, nonostante alcuni inciampi giudiziari e organizzativi, sembra che possa sicuramente mantenere date e promesse. Come preannunciato, milioni di turisti da tutto il mondo si riverseranno su Milano e sull’Italia intera aiutando certamente le finanze della nazione, ma, forse, uno degli obiettivi che tutte le Expo più o meno realizzano, quello di laboratorio di ricerca progettuale e creativo dell’architettura, verrà a mancare.

 

Dopo Shanghai era certamente difficile entrare in una competizione di qualità progettuale e la mancanza di impegno, almeno sulla qualità del progetto formale del proprio padiglione, di molte nazioni ci darà nel prossimo futuro occasione di polemiche e dibattiti. Le due Expo programmate per i prossimi anni saranno quelle di Astana 2017 in Kazakhstan e nel 2020 a Dubai. Due manifestazioni che si preannunciano con progetti globali dove un unico progetto architettonico ardito include e rappresenta la totalità dell’immagine dalla manifestazione in un unico mega organismo che raccoglie e promuove le idee e le proposte della nazione ospitante oltre a tutti i servizi comuni.

 

Per reggere il confronto le nazioni che parteciperanno dovranno impegnarsi seriamente. Mancano solo tre anni a quella di Astana e in Europa ancora nessuno si muove, mentre sarebbe necessario sin da ora, perché dopo sarà troppo tardi, lanciare dei seri concorsi e così dare possibilità e occasione alle nuove avanguardie di progettisti europei di proporre le loro migliori idee innovative.

 

Tutto ciò se vogliamo continuare a credere nell’utilità di queste periodiche competizioni che assorbono sempre più enormi risorse e sempre meno danno occasione ai cittadini, che le finanziano, di verificare concretamente il livello mondiale del progresso scientifico e sociale che la civiltà dell’intero pianeta ha raggiunto. Le Expo erano nate con questo unico scopo e molte di loro hanno assolto egregiamente il compito.

 

Se così non è più, perché non trasformare l’Expo nell’assegnare alla nazione che la chiede il compito di concentrare risorse e idee, con l’aiuto di tutte le nazioni partecipanti, nella rigenerazione di una sua grande città?

 

Concentrare risorse e progetti nella riformulazione qualitativa degli spazi liberi e degli edifici e infrastrutture pubbliche mancanti e carenti? Allora sì che avremmo una competizione fantastica tra i vari Paesi nel cercare di dimostrare la loro qualità culturale, scientifica e progettuale lasciandone una seria testimonianza, verificabile nel tempo. Questa città completamente trasformata sarà poi sicuramente meta di visitatori non soltanto nel periodo della manifestazione ma anche in futuro.

 

Realizzeremmo ogni quattro anni, come avviene per le Olimpiadi o i campionati del mondo di calcio, un’opera unica, fantastica e utile a cui generosamente hanno partecipato con orgoglio e generosità tutte le nazioni. Credo sia una idea che possa essere elaborata.

 

Cesare Maria Casati